L'archivio storico del comune di Taviano è costituito prevalentemente da documenti del XX secolo, mentre è scarsa la documentazione risalente alla fine del XIX e inesistente quella anteriore all'Unità d'Italia.
Le ragioni di tale dispersione vanno attribuite in parte alle vicende proprie del comune e all’incuria con cui sono state conservate le carte e in parte a vicende territoriali, anteriori al sec. XVIII.
I comuni dell’Italia meridionale, infatti, avevano “autonomia nella gestione amministrativa; autonomia di cui godevano le universitates di antico regime. Specie nelle comunità più piccole e più povere, la gestione amministrativa veniva generalmente affidata agli stessi componenti del ‘reggimento delle università, scelti annualmente a ricoprire le varie cariche pubbliche” inoltre “non sempre esisteva il cancelliere come figura stabile dell’apparato burocratico” e spesso mancava l’archivista “o ‘archiviario’, in grado di garantire la regolare tenuta delle carte, le quali venivano conservate per la frequente mancanza di sedi municipali fisse, presso i vari componenti del reggimento delle università”
(D. PORCARO MASSAFRA, Gli archivi locali per la storia di Terra d’Otranto, in Cultura e storia locale in Terra d’Otranto, Atti del convegno di Copertino, 13-14 ottobre 1989, Galatina, Congedo, 1991, pp. 7-8).
Gli atti relativi al periodo di antico regime non si rinvengono presso il comune ma si conservano presso l’Archivio di Stato di Lecce dove erano confluiti in ottemperanza al “Regolamento per la esibizione del Grande Archivio di Napoli e negli Archivi Provinciali delle carte appartenenti alle diverse pubbliche amministrazioni”, contenuto del decreto di approvazione n. 7191 del 26 ottobre 1841 e del successivo regolamento diramato attraverso le circolari dell’intendente di Terra d’Otranto del 1843. Infatti tutti gli atti delle università, poi comuni, della provincia di Terra d’Otranto furono depositati presso l’Archivio provinciale perché le locali amministrazioni non garantivano le condizioni necessarie per la buona conservazione delle proprie carte.
Come sopra accennato anche l’archivio ottocentesco del comune si presenta depauperato. Le ragioni di tale dispersione sono da attribuire probabilmente ad uno scarto massiccio avvenuto nel 1939, di cui rimane memoria nelle relazioni redatte nell’ambito dell’attività ispettiva della Soprintendenza archivistica per la Puglia. In quell’occasione non furono compilati i richiesti elenchi, ma la eliminazione riguardò tutto quanto ritenuto inutile alla conservazione.
La documentazione archivistica subisce un altro scarto nel 1979, verranno distrutti gli elenchi dei poveri, i ruoli delle tasse comunali e i registri per la requisizione dei quadrupedi. Nonostante la riserva della Soprintendenza tutta questa documentazione è stata comunque scartata perché dichiarata inconsultabile a causa del pessimo stato di conservazione in cui versava.
Su iniziativa del comune nel 1997, iniziano i lavori di riordino e inventariazione dell’archivio storico e di deposito. Nel 2000 viene pubblicato l’inventario dell’archivio storico comunale.
In applicazione della circolare Ministeriale dell’Interno del 1° Marzo 1987 n° 17100-2, venne adottato il Titolario Nazionale per la tenuta del carteggio. Detta circolare prevedeva quindici categorie e ad ogni categoria appartenevano diverse classi.